«Cosa avrebbe pensato Cartesio di Watson? Non l’assistente di Sherlock Holmes, ma il ben più astuto calcolatore dell’IBM che ha sconfitto i campioni del rischiatutto americano. Per Cartesio il raziocinio era il vertice della coscienza, e la coscienza era un appannaggio esclusivamente umano. Anche se siamo ormai abituati all’avanzare della tecnologia, non possiamo ignorare come, per la prima volta nella storia, i calcolatori digitali stanno usurpando una a una tutte le funzioni di cui andiamo fieri. Non c’è solo Watson, che sta studiando medicina e promette di relegare i medici al ruolo di meri portavoce: ci sono le macchine di Google, le telecamere che sanno riconoscere e ricordare migliaia di volti, gli interpreti elettronici competenti in dozzine di lingue. Secondo i singolaristi come Ray Kurzwell siamo vicini al punto di non ritorno, quando creature artificiali ci potranno sostituire in tutto e per tutto. Chi sceglieremo per collaboratore o amico? Un consimile con il suo fardello di imperfezioni, o una macchina intelligente, colta, sofisticata, capace di valutare le nostre emozioni e di mostrarne di sue, in grado di capirci, anticipare i nostri desideri e perfino sedurci, come nel film Her? Ma se ci saranno davvero macchine digitali indistinguibili funzionalmente da un essere umano, che cosa proveranno quando si riaccendono al mattino?
Sappiamo che cosa succede a ciascuno di noi: al risveglio dal nulla del sonno senza sogni ritorna il cinema esilarante della coscienza, in tutta la sua straordinaria varietà di paesaggi, oggetti, piante, animali, persone, volti ed emozioni. Perché dunque dovrebbe essere altrimenti per una macchina fatta di silicio anziché di carbonio, se è intelligente quanto e più di noi?»
Giulio Tononi, La Lettura – Il Corriere della Sera (per continuare a leggere l’estratto uscito sulla Lettura, clicca QUI).
Giulio Tononi, neuroscienziato e psichiatra, dirige il Center for Sleep and Consciousness dell’Università del Wisconsin. Con noi ha appena pubblicato PHI. Un viaggio dal cervello all’anima.
Romanzo-saggio potente e suggestivo, PHI regala alla teoria sulla coscienza di Giulio Tononi un’inaspettata veste narrativa. Protagonista di questo libro, in più punti ispirato alla Divina Commedia, è Galileo Galilei. L’astronomo pisano viene guidato in questo viaggio onirico prima da Francis Crick, poi da Alan Turing e infine da Charles Darwin, alla scoperta di cos’è la coscienza e di com’è generata dal cervello. Ma l’approdo finale di questa esplorazione è ancora più sorprendente delle sue premesse. Nel corso della narrazione Galileo, e con lui il lettore, scoprirà che la coscienza, da sempre considerata un mistero insondabile, appannaggio esclusivo della filosofia o mera illusione -laddove ciò che conta per la scienza è solo il brusio incessante delle cellule nervose- è in realtà la cosa più reale, più grande e più irriducibile che esista, ma non per questo non misurabile. Le sue forme sono geometriche, la sua misura un numero: PHI.
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