«È forse la domanda più vecchia del mondo, quella con cui tutti i grandi pensatori della storia, così come ciascun essere umano, hanno fatto i conti, prospettando di volta in volta risposte che non hanno (quasi) mai avuto la pretesa di essere esaustive: che cos’è la felicità e, soprattutto, come si può raggiungere? Alla Cornell University c’è un neuroscienziato che da anni offre un punto di vista diverso rispetto a quelli più tradizionali: Shimon Edelman, esperto di scienze cognitive e computazionali (il suo primo amore è stato l’informatica) ma anche psicologo e filosofo.
Edelman all’argomento ha dedicato il suo ultimo libro, La felicità della ricerca. Le neuroscienze per stare bene (Codice Edizioni), presentato a Roma al Festival delle Scienze, questanno dedicato appunto alla felicità nella mente e nel cervello.
“Innanzitutto bisogna distinguere due livelli di ragionamento” spiega a Nòva24: “Quello universale e quello individuale. Nel primo caso la felicità è più legata alla situazione contingente, alle condizioni materiali che, per esempio, possono permettere a una popolazione di vivere dignitosamente grazie a leggi adeguate e a situazioni economiche congrue: ogni popolo, in questo senso, può avvicinarsi alla felicità e, da questo punto di vista, condivide aspirazioni e speranze con il resto dell’umanità. Ma le cose cambiano quando scendiamo al livello individuale, perché in questo caso non esiste una regola: ciascuno di noi ha la sua dimensione felice, il suo momento magico, i suoi sogni”. Ciò non significa che non si possa delineare un profilo della felicità valido per tutti gli individui».
Agnese Codignola, Nòva24 – Il Sole 24 Ore (per leggere l’articolo completo, scaricare il PDF a lato).
Se siete alla ricerca della felicità, prima trovatela, poi lasciatela andare.
Shimon Edelman
Un raffinato e divertente resoconto degli studi sulla mente e della nostra capacità di stare bene
The Guardian