Il dubbio era già venuto a Elio E Le Storie Tese, che nella memorabile Gargaroz ironizzavano su un presunto “business delle tonsille tolte”. Ma saranno davvero da togliere? Esistono parti del corpo davvero inutili? Su uppa magazine, Anna Rita Longo si rivolge a Marco Ferrari per avere una spiegazione esaustiva.
L’autore di L’evoluzione è ovunque chiarisce «tutte le parti del corpo che ci ritroviamo non sono qui per caso». «O ce le avevano i nostri “antenati” – prosegue – cioè le specie che nell’albero dell’evoluzione sono più vicine all’antenato comune di tutti gli esseri viventi e, quindi, ce le siamo ritrovate come esito del processo evolutivo, oppure perché una fase dello sviluppo embrionale ci ha portato ad averle».
«Le parti del corpo che sembrano aver perso la loro funzione adattiva si chiamano “vestigia”, con una parola di origine latina che richiama proprio il fatto che sono come “impronte” di qualcosa che non c’è più» spiega Longo. «Riconoscere un ruolo, sebbene marginale, ad alcune parti non più adattive non ci deve far cadere nell’errore opposto di forzare i dati in nostro possesso per riconoscere una presunta funzione per tutto» conclude l’autore.