«C’è un’opinione diffusa tra gli scienziati che rappresentano gli uomini come dei robot, comandati da sofisticatissimi cervelli-computer. Ma c’è anche una voce fuori dal coro, quella dello scienziato americano Michael Gazzaniga. Lui dice che la mente umana non è riducibile all’attività cerebrale, e che pensieri, percezioni, ricordi e volontà non hanno origine in un cervello isolato, ma nelle interazioni di molti cervelli. Who’s in charge?, il suo ultimo libro, ha fatto parlare i giornali ed è ora tradotto anche in italiano da Codice Edizioni (Chi comanda? Scienza, mente e libero arbitrio).
L’argomento è uno di quelli che hanno fatto da sempre ammattire i filosofi, anche perché esso è strettamente legato al problema della libertà: se la coscienza è spiegabile neurologicamente, allora anche ogni nostra scelta lo sarà, e verrà quindi determinata da semplici meccanismi naturali, proprio come la digestione o la respirazione. Oggi anche i neurologi hanno tutto il diritto di dire la loro sulla questione e i filosofi hanno il dovere di ascoltarli. Gazzaniga ci invita a riflettere sul fatto che, se avessero ragione quelli che dicono che il cervello compie ogni scelta prima che ne diventiamo consapevoli, saremmo allora macchine biologiche. I sentimenti che proviamo quando ascoltiamo la nona sinfonia di Beethoven, sarebbero spiegabili solo con leggi chimiche. Potremmo descrivere il sentimento che proviamo per l’amato allo stesso modo della fotosintesi clorofilliana delle piante».
Andrea Lugoboni, Il Giornale di Vicenza (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).
I grandi temi della scienza sono gli attrezzi del mestiere di Michael Gazzaniga
The New York Times