«La primavera araba e Occupy Wall Street, gli Indignados e il Popolo Viola. Ma anche flash mob, occupazioni, atti autolesionistici.
Ma che forza hanno queste forme di protesta, e come si organizzano?
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Eppure, sottolinea Pierfranco Pellizzetti nel suo saggio Conflitto. L’indignazione può davvero cambiare il mondo? (Codice Edizioni), nonostante la mobilitazione, il predominio della finanza non è intaccato. Le proteste rimangono pura testimonianza.
Mentre Stephen Holmes, in Poteri e contropoteri in democrazia (Codice Edizioni), sottolinea come i padri del liberalismo ottocentesco avessero già previsto l’attacco al principio della separazione dei poteri e i suoi effetti deleteri».
Barbara Amadasi, Vogue Italia (per leggere l’articolo completo, clicca QUI)
Stiamo assistendo, in questi anni, a una progressiva accelerazione delle insorgenze sociali: dalle piazze maghrebine agli indignados fino a Occupy Wall Street, l’opposizione al vigente ordine economico e politico si è diffusa a macchia d’olio. Eppure le logiche che hanno regolato il mondo negli ultimi trent’anni non sono state neanche scalfite, e l’antagonismo è rimasto confinato nella dimensione sterile della pura testimonianza, politicamente inerte. Perché?