Al cervello non si comanda

Avvenire

«Si dice che abbia coniato l’espressione “neuroscienze cognitive” durante un trasferimento in taxi a New York negli anni Settanta. E oggi quel termine denomina un campo di studi straordinariamente fecondo, che procede a una velocità quasi sconcertante nello svelare le basi materiali di comportamenti e stati soggettivi. Tanto da fare intravedere una (temuta) rivoluzione antropologica. Ma Michael Gazzaniga, che a 73 anni dirige il Sage center per lo studio della mente all’università della California a Santa Barbara, non pensa che i neuroscienziati possano spiegare tutto. Gli studi sui cervelli divisi (in seguito a rari interventi chirurgici), per cui ha ottenuto fama mondiale, indicano che il nostro emisfero sinistro, dove ha sede il cosiddetto “interprete”, cerca di dare a posteriori ricostruzioni razionali e coerenti delle nostre azioni anche quando esse sono casuali, sconnesse o guidate da altri criteri. Ma queste straordinarie osservazioni sull’automaticità e il funzionamento al di fuori del controllo cosciente del cervello non gli impediscono di considerare il libero arbitrio come qualcosa che va al di là della semplice attivazione dei nostri neuroni. E ha cercato di esporre tutto ciò in un libro già assai discusso che esce in questi giorni in Italia: Chi comanda? Scienza, mente e libero arbitrio (traduzione di Silvia Inglese, Codice Edizioni, pag. 272, euro 15,90).

 

Professor Gazzaniga, una premessa al suo resoconto sulla libertà e che il cervello risulta essere una collezione di moduli senza comandante centrale. Che cosa significa?

Sappiamo che l’informazione nel cervello è ampiamente distribuita e che continuamente vengono prese decisioni in tutte le sue aree. Si pensi all’analogia con un classico orologio meccanico: tutte le parti interagiscono per farlo funzionare, non c’è una parte che comanda o coordina le altre.

 

La mente, nella sua spiegazione, emerge dal cervello. Come avviene?

Emerge nel senso che le proprietà di ordine superiore sorgono dal raccordo di parti di livello inferiore. Come diceva il mio maestro Roger Sperry, “una molecola è per certi versi la guida dei suoi atomi interni. Essi sono trascinati e vincolati dalle interazioni chimiche dettate dalle proprietà generali di configurazione dell’intera molecola”.

 

La sua tesi è che non c’è nessuno al comando. Perché allora sembriamo ossessionati dall’idea di trovare chi è responsabile di qualsiasi cosa? Anche dal punto di vista evolutivo appare un mistero.

L’interprete nel cervello sinistro ricostruisce continuamente il significato delle nostre azioni; crea la narrazione personale di chi pensiamo di essere e del motivo per cui ci accadono le cose. L’interprete è anche il meccanismo che ci fa sembrare di essere al comando. Ora, i progressi degli ultimi cent’anni ci hanno mostrato gli automatismi del cervello. E ciò ha creato un conflitto tra ciò che sentiamo e ciò che sappiamo e sapremo sul modo in cui funziona il cervello. La vera sfida è una reale comprensione di tutto questo».

 

Andrea Lavazza, Avvenire (per continuare a leggere, scarica il PDF a lato).

 

 

Michael Gazzaniga - Chi comanda?

 

Una domanda domina la nostra vita: siamo macchine, seppur biologiche, quindi sistemi del tutto deterministici, o siamo liberi di scegliere come vogliamo?

Michael Gazzaniga

 

I grandi temi della scienza sono gli attrezzi del mestiere di Michael Gazzaniga

The New York Times