Si è parlato di universo gay e queer, Pride in quest’anno di anniversario di Stonewall, e della scrittura di Carmen Maria Machado, così diversa dai soliti libri che parlano di tematiche omosessuali o hanno per protagonisti omosessuali:
«Leggendo il tuo libro ho avuto l’impressione che la maggior parte dei tuoi personaggi femminili riescano a essere felici – o quantomeno un po’ meno tristi – quando hanno delle relazioni con altre donne. Sembra che tu intenzionalmente stravolga il topos “bury your gays”, secondo il quale l’omosessualità finisce per essere spesso un percorso mezzo verso l’infelicità, la disperazione e la morte. È una scelta intenzionale, uno sviluppo “naturale” dei personaggi o la volontà di rendere la queerness uno spazio sicuro per loro?
Penso che sia sempre il modo in cui immagino le storie, non credo che siano ottimiste in un modo innaturale, solo non ho nessun interesse nelle storie legate ai coming out e nelle storie dove l’omosessualità è legata e drammi e perdite. Voglio solo che i miei siano dei personaggi queer che vivono la loro vita. Una volta un lettore mi ha detto: “A volte sei gay, e poi appare un fantasma. Le due cose non sono collegate”.
Ed è così! A volte sei gay, e poi appare un fantasma».