«Il 14 aprile 1945, poche settimane prima della fine della seconda guerra mondiale, al sommergibile tedesco U-1206 accadde un curioso e poco onorevole incidente: dovette salire in superficie al largo della Cruden Bay, nella Scozia nord-occidentale, dove fu attaccato dagli aerei della RAF. Il comandante Karl-Adolf Schlitt fu così costretto a ordinare l’autoaffondamento del mezzo.
E fin qui… notizie di questo genere in guerra sono abbastanza comuni. Ma perché il sommergibile era risalito in superficie?
A causare la riemersione era stata una rottura dell’impianto dei servizi igienici dovuta a una cattiva manovra effettuata dallo scarico del WC».
«Ogni chiave contiene un codice che permette di accoppiarla con il meccanismo interno della serratura: questo codice meccanico è una mappa (così appunto si chiama) che può assumere le forme più elaborate e che nel passato fu anche oggetto di veri e propri capolavori di cesello. In epoca moderna, le serrature come (più o meno) le conosciamo noi possono vantare nel fabbro inglese Robert Barrow il loro primo artefice. Intorno al 1778 Barrow inventò il sistema grazie al quale i meccanismi interni di una serratura, allineati dalle varie posizioni della mappa all’inserimento della chiave, permettevano la rotazione di quest’ultima e quindi lo spostamento del chiavistello».
Questo, e un milione di altre meraviglie, in “Le cose di casa. Cronache minime di tecnologie domestiche” di Vittorio Marchis.
Per andare alla scheda-libro, clicca QUI.
Il frigorifero brevettato da Einstein, la storia del vero inventore del telefono, la casuale scoperta dell’utilità delle microonde in cucina, la cattiva influenza delle macchine da cucire sulla moralità delle operaie dell’800, un curioso aneddoto “bellico” sullo sciacquone del bagno, e molto altro. Le cose di casa, che maneggiamo tutti i giorni, possono raccontarci un’infinità di fatti curiosi su chi quelle cose le ha inventate e su chi le ha usate e le usa tuttora. Stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto, emerge un variegato, caotico ma sempre vitale catalogo del mondo; una storia sociale che non serve rintracciare nei musei o nelle riviste patinate di interior design, perché la viviamo nei nostri gesti quotidiani. Una storia che è la nostra vera storia.