copertina del libro La scienza vista da una filosofa, di Nancy Cartwright
Nancy Cartwright

La scienza vista da una filosofa

Traduzione di Alessio Bucci
Filosofia
Pubblicazione: 19 marzo 2025
Euro: 22,00
Pagine: 200
ISBN: 9791254500866

Negli ultimi anni i toni del dibattito pubblico sul ruolo della scienza nella società contemporanea si sono inaspriti e polarizzati. Basti pensare a due eventi di portata mondiale in cui il lavoro della comunità scientifica è stato ed è tuttora, nel bene e nel male, protagonista: la pandemia di Covid-19 e la crisi climatica. Il tema centrale, insomma, è l’immagine che la società ha della scienza e l’immagine che la scienza, attraverso le sue scoperte, i suoi risultati e le sue ambizioni, dà di sé. Nancy Cartwright parte proprio da questo nodo problematico, da un immaginario condiviso (e troppo semplicistico) che vede la scienza come un insieme coeso di teorie ed esperimenti, di assiomi e leggi deterministiche, dispensatore di verità. La realtà in cui operano gli scienziati, però, è molto più complessa, multiforme, imprevedibile e soprattutto umana di quanto ci faccia intendere questa visione monolitica e asettica, logicamente consequenziale e astratta, dove tutto funziona come un meccanismo perfetto. Il libro di Cartwright offre al lettore «una prospettiva più chiara di come la scienza produce le cose e del perché quello che produce – dai vaccini alle astronavi – è così affidabile». E lo fa regalandoci una potente e affascinante metafora che ha a che fare con il Meccano.

«Io però vedo una scienza che naviga, con sforzo e dedizione, tra la Cariddi di un’arroganza che presuppone che i nostri successi scientifici siano dovuti al fatto di aver strappato eroicamente alla natura i suoi segreti, e la Scilla della diffidenza, che ci spinge a dire che non sappiamo nulla e che dovremmo procedere sempre e solo con estrema cautela.»