– Nuove uscite –
Saggistica: La resilienza del panda di Cyrille Barrette
Dal 10 settembre in libreria e in e-book La resilienza del panda di Cyrille Barrette.
«Forse è solo un riflesso campanilistico, ma mi associo a Mauro Barberis nella difesa del povero Paolo Becchi e delle cose che ha detto. Certo, dette male. Anche perché si è trovato paracadutato sul palcoscenico del politainment a svolgere compiti improbi per le sue effettive capacità, dando pratica dimostrazione della “regola sui 15 minuti di celebrità che spettano un po’ a tutti” teorizzata da Andy Warhol.
Tuttavia cosa c’è di scandaloso nell’affermare che la frustrazione conseguente alle attese deluse in materia di cambiamento può dare la stura a forme di impazzimento individuali e/o di gruppo che imboccano la via della violenza? In passato abbiamo avuto numerose conferme in tal senso.
Del resto potremmo negare che l’attuale grancassa mediatica sia concentrata proprio nel tentativo di presentare in forme entusiastiche l’assetto altamente spartitorio e puramente difensivo della corporazione del potere, incarnato dall’ignobile ammucchiata che chiamiamo governo Letta?
Fate attenzione alle parole, spie delle effettive manovre retrostanti. Ora il cosiddetto “buzzword” è “riconciliazione nazionale”: un’operazione farsesca.
Anche perché non siamo nel Sudafrica di Nelson Mandela, chiamato a ricucire le lacerazioni dell’apartheid, ma davanti allo sfinimento di un ben più mediocre ventennio, altalenante tra temporanee contrapposizioni (ricordate Romano Prodi?) e permanenti collusioni con l’avversario presunto mortale (ricordate D’Alema, Violante, Amato, ecc.?); avversario reo agli occhi di un normale democratico di fare scempio di legalità e decenza. Quindi da contrastare risolutamente senza se e senza ma. Senza tregua».
Pierfranco Pellizzetti – Micromega (per continuare a leggere, clicca QUI).
Stiamo assistendo, in questi anni, a una progressiva accelerazione delle insorgenze sociali: dalle piazze maghrebine agli indignados fino a Occupy Wall Street, l’opposizione al vigente ordine economico e politico si è diffusa a macchia d’olio. Eppure le logiche che hanno regolato il mondo negli ultimi trent’anni non sono state neanche scalfite, e l’antagonismo è rimasto confinato nella dimensione sterile della pura testimonianza, politicamente inerte. Perché?