La scorsa settimana l’organizzazione Human Rights Watch ha conferito a Shin Dong-hyuk l’Alison Des Forges Award.
Il prestigioso riconoscimento, intitolato alla storica e attivista per i diritti umani Alison Des Forges, va ogni anno a «individui coraggiosi che proteggono e difendono i diritti umani nel mondo».
Durante il suo discorso di ringraziamento, Shin ha detto che mai, mentre si arrampicava sul filo spinato per fuggire dal campo in cui è nato e cresciuto, avrebbe immaginato un giorno di potersi trovare addirittura in America. Neanche sapeva che esistesse, l’America.
[E qui un piccolo, preziosissimo mini-documentario che racconta l’orrore della vita in un campo della Corea del Nord]
Shin Dong-hyuk, nato nel 1982 nel Campo 14 in Nord Corea e vissuto lì fino ai 23 anni, è l’unico uomo nato in un campo di prigionia nordcoreano che sia mai riuscito a fuggire. La sua storia è al centro del libro scritto dal giornalista americano Blaine Harden, Fuga dal Campo 14.
«Quando vedo le immagini dell’Olocausto mi metto a piangere come un bambino. Sto ancora cercando di diventare, dalla bestia che ero, un uomo».
«Il libro di Harden, oltre a essere una storia avvincente narrata con il cuore, porta con sé un grosso carico d’informazioni sulle crepe più buie di una nazione».
The New York Times