“Giovani, non smettete di cercare esperienze sempre nuove e stimolanti”
Intervista con Laurence Steinberg

Steinberg-Press-PhotoIn Italia due giovani su tre tra i 18 e i 34 anni vivono in famiglia: quasi 7 milioni di studenti, disoccupati, ma anche lavoratori con uno stipendio insufficiente per rendersi indipendenti che, nel 2013, non erano ancora riusciti a uscire di casa. Una realtà che nell’immaginario collettivo ci ha resi familiari con una certa idea di giovinezza che fatica a uscire dal guscio materno e assumersi le proprie responsabilità, troppo spesso preda delle debolezze ed emotivamente instabile. Molti esperti parlano di «adolescenza estesa» o «maturità ritardata», ma c’è chi porta nel dibattito anche una prospettiva differente. Laurence Steinberg, professore di Psicologia alla Temple University e autore di “Adolescence”, giunto negli Stati Uniti alla decima edizioni e pubblicato per la prima volta in Italia da Codice (vai alla scheda del libro), ha dedicato una vita intera allo studio delle problematiche legate all’adolescenza.
«Le nuove scoperte sul cervello suggeriscono che nei più giovani è più malleabile durante questo periodo della vita. Inoltre, sembra che l’esposizione alle novità mantenga più a lungo la plasticità del cervello. Se, come avviene per molti ragazzi, ritardare l’arrivo dell’età adulta significa prolungare questo stato, allora tutto questo può portare grandi vantaggi per lo sviluppo della loro mente. Non guardiamo all’adolescenza come a un male, ma come a una grande opportunità».
Inevitabilmente la voglia di sperimentare o conformarsi al resto del gruppo porta i più giovani a usare alcol e droghe. Esiste un modo per prevenire abitudini negative e situazioni pericolose?
La scelta più significativa che un adolescente può fare è evitare queste sostanze almeno prima dei 16 anni. Chi inizia a bere, fumare o assumere stupefacenti nella prima adolescenza ha dieci volte più probabilità di sviluppare successivamente un problema di abuso di sostanze rispetto a chi comincia in età adulta. E questo perché il cervello è ancora così malleabile, specialmente nelle regioni che “rispondono” alle droghe creando dipendenza.
Quanto incide il condizionamento del gruppo sul singolo? È solo un mito?
Affatto. Ma oltre alle pressioni esplicite, gli adolescenti sembrano essere vulnerabili all’influenza dei propri pari quando i loro amici sono nelle vicinanze. La sola presenza attiva nel loro cervello meccanismi di ricompensa che spesso porta i teenager a correre maggiori rischi.

54 - Steinberg_134_199_Le_scienze_DEF Quale comportamento consiglierebbe di assumere, quindi, ai genitori?
C’è un modello che noi esperti chiamiamo «genitorialità autorevole», che unisce e combina un atteggiamento morbido nei confronti dei figli e al tempo stesso risoluto e autorevole, appunto. È stato dimostrato che questo è il modo più efficace per crescere adolescenti sani e in grado di affrontare la vita con consapevolezza.
Il modello scolastico andrebbe riprogettato per adattarsi e comprendere meglio l’attuale sviluppo dei giovani?
Vorrei che la scuola fosse più impegnativa, inteso come stimolante. La corteccia prefrontale del cervello è rafforzata dall’esposizione alle novità e alle sfide. Il sistema scolastico oggi invece è spesso troppo noioso. Anche gli insegnati che assegnano un gran numero di compiti non necessariamente incoraggiano l’interessi degli studenti. Al contrario, li fanno sentire più stressati, senza spronarli a mettersi in discussione e misurare la propria intelligenza.
La capacità di continuare a imparare, adattarsi e sperimentare i piaceri della gioventù è qualcosa che dovremmo coltivare ed estendere un po’ più a lungo, quindi?
Assolutamente sì, senza però dimenticare che la chiave per farlo è non smettere di continuare a cercare esperienze che siano sempre nuove, stimolanti e coinvolgenti.

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