Elena Cattaneo

Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini tornano sul caso Stamina

«Speriamo che questo sia l’ultimo intervento, nostra sponte, sull’affaire Stamina. Ma non è possibile esimersi dal commentare basiti, nauseati ma anche stanchi – e sempre addolorati per i poveri bambini cavia – la balzana strategia annunciata dal laureato in lettere Davide Vannoni, via comunicati stampa.È il copione di una rappresentazione, tribale e incivile, che sta andando in scena presso gli Spedali Civili di Brescia, dove il presidente dell’ordine dei medici di Trapani Giuseppe Morfino, Marino Andolina ed Erika Molino infondono a dei poveri bambini colpiti da malattie per le quali non esistono trattamenti, una «indefinita brodaglia». E il Vannoni invita, come se si trattasse di prendere un tè, gli scienziati ad andare a vedere la loro «attività», perché «dimostrino, per esempio, che le cellule non si trasformano in neuroni».

Non ci interessa commentare la strategia adottata dalla compagnia di giro, con l’inspiegabile aiuto di giudici, per confondere le acque e proseguire nel loro delirio. Ci rivolgiamo alle persone normali e sensate, a coloro i quali sanno che se sono state sconfitte o messe sotto controllo malattie mortali, cioè se si è smesso di abusare e torturare pazienti disperati, lo si deve all’applicazione del metodo scientifico nello studio delle cause e nella valutazione dei protocolli di intervento. Quando la medicina non aveva una base scientifica i malati erano alla mercé di ciarlatani o medici incompetenti, che li salassavano, purgavano, etc., a loro piacimento.

Chiariamo, quindi, bene la questione: non sono gli scienziati a dover dimostrare che cellule eventualmente contenute in una brodaglia irresponsabilmente iniettata a bambini indifesi, alla presenza di genitori incapaci di tutelarli, non si trasformano in neuroni. Sono i fautori dell’inesistente procedimento Stamina a dover provare ciò che dicono, cioè che esiste un metodo per far sì che da cellule presunte mesenchimali (quelle di Stamina) che fanno osso, si possano invece ottenere neuroni e che tale procedimento è sicuro e utile. In qualsiasi paese civile queste prove devono essere prodotte prima di «usare» i malati come cavie. Altrimenti ti arrestano immediatamente. In teoria anche in Italia. Ma nell’applicare anche queste leggi, pare che i giudici non ci sentano. E nemmeno il Ministro della Giustizia vuol scendere da ragionamenti di principio sullo stato di diritto, che non c’entrano nulla, pur di «difendere» i giudici che prescrivono i trattamenti Stamina».

Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini, La Stampa (per continuare a leggere sul sito de La Stampa, clicca QUI).

 

Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini hanno pubblicato con noi Le cellule della speranza. Il caso Stamina tra inganno e scienza (Elena Cattaneo è autrice di un capitolo; il volume è curato da Gilberto Corbellini con Mauro Capocci).

Capocci_corbellini_115x180_DEFQuindici anni dopo la vicenda che vide protagonista Luigi Di Bella, con il caso Stamina l’Italia si è nuovamente trovata alla mercé di falsi profeti. Questi, facendo leva sulle sofferenze dei malati e dei loro parenti, e sfruttando una diffusa e generale ignoranza, sono quasi riusciti a destabilizzare le regole più avanzate della medicina e della scienza, mettendo a rischio il funzionamento stesso del Servizio Sanitario Nazionale. In Le cellule della speranza alcuni esperti e protagonisti della battaglia civile condotta contro le manipolazioni politiche del caso Stamina hanno ricostruito l’intera vicenda, inquadrandola alla luce di quanto oggi succede all’estero, dove ricerca e sperimentazione clinica sono impegnate ad approfondire le conoscenze sulle cellule staminali.

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