– Nuove uscite –
Saggistica: La resilienza del panda di Cyrille Barrette
Dal 10 settembre in libreria e in e-book La resilienza del panda di Cyrille Barrette.
Su La Repubblica di oggi lo scrittore e giornalista del The Atlantic Ta-Nehisi Coates commenta la corsa alla Casa Bianca. Nel 2016 Codice Edizioni pubblicherà il suo ultimo libro, “Between the World and Me” (trad. “Tra me e il mondo”), una lettera al figlio 15enne Samori sul razzismo nell’America del giorno d’oggi.
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Ta-Nehisi Coates, autore del libro cult “Between the World and Me” ha criticato duramente Bernie Sanders per aver detto, al Black and Brown Forum dell’Iowa, di non appoggiare gli indennizzi per la schiavitù, perché tema «troppo controverso».
Cosa pensa dei risultati di voto in New Hampshire?
«Non mi sarei mai aspettato che un socialista dichiarato potesse ottenere quei numeri ed entrare in lizza per la nomination del Partito Democratico. Sono impressionato. Perché il passato di Hillary Clinton mi preoccupa. Mi inquietano le posizioni che aveva negli Anni ’90, quando vennero fatte leggi disgustose in termini di giustizia penale. Mi preoccupa che si fa pagare 600mila dollari da Goldman Sachs per le conferenze. Così, potendo scegliere e visto che non deve essere un’incoronazione, penso che il risultato sia una buona cosa».
Lei ha criticato Sanders per la sua opposizione ai risarcimenti per la schiavitù, ma lui sostiene che i soldi alle comunità nere vanno dati, ma investendo sui posti di lavoro. Contro le disuguaglianze.
«Sono d’accordo che bisogna combattere le disparità economiche. Solo, la questione di classe, per gli afroamericani, si pone in maniera diversa rispetto alle altre comunità. Non si può fare un confronto diretto tra la classe media afroamericana e la classe media bianca, tra afroamericani ricchi e bianchi ricchi. La ricchezza dei neri è comunque sempre minore. I quartieri dei neri sono sempre peggiori. Come le istituzioni e i servizi a loro dedicati. Quindi è sbagliata l’idea che ci possa essere una politica onnicomprensiva, per risolvere cose in realtà molto specifiche».
Tornando a Sanders…
«Mi aspettavo di più. Ma come ho già detto mi entusiasma vedere che nel Partito Democratico c’è un’opzione radicale, inconfondibilmente di sinistra. Solo, noi che siamo di sinistra dobbiamo essere i primi ad accettare l’idea che i neri sono stati specificamente colpiti e ci devono essere dei rimedi specifici, altrimenti non ci sono più speranze. In questo senso, scusatemi, mi aspetto di più dal senatore Sanders che dalla senatrice Clinton».
Questo vuol dire che voterà per Sanders?
«Sì, lo voterò. Ho cercato finora di evitare questa domanda perché sono un giornalista e voglio tenere separato il mio ruolo dal mio essere anche un privato cittadino. Ma non credo serva a molto schivare la domanda. Sì, lo voterò. Mi ha convinto mio figlio».
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