Su la Repubblica un estratto da La specie creativa, di Anthony Brandt e David Eagleman, spiega i meccanismi cerebrali che determinano le risposte umane alle sollecitazioni esterne.
«Più qualcosa ci è familiare, meno energia neurale spendiamo per elaborarla. Perché siamo fatti così?» scrivono gli autori. «Perché siamo esseri che vivono e muoiono grazie all’energia immagazzinata nel corpo. Se facciamo previsioni corrette, possiamo risparmiare energia. Migliori sono le previsioni, minore sarà l’energia che spendiamo. La ripetizione ci rende più sicuri dei pronostici e più efficienti nell’agire». E tuttavia, «la mancanza di sorpresa ci infastidisce» e questo spinge il nostro cervello alla continua ricerca di nuovi stimoli. Stimoli che spesso si trasformano in espressioni concettuali ed artistiche innovative.