Perché c’è tanto odio nelle nostre parole?

Donna Moderna

«Sembra la sceneggiatura di un film splatter, invece è la realtà: rancore e insulti dilagano nelle nostre parole. Persino un attore compassato come Toni Servillo, dopo la vittoria ai Golden Globes del film La grande bellezza, ha mandato a quel paese una giornalista. Il livore decolla su internet. L’ex segretario del PD Pierluigi Bersani ha ricevuto sul web “auguri di morte” mentre era in coma farmacologico dopo un’emorragia cerebrale. Ma la rabbia non è soltanto in rete, esce dal mondo virtuale e prende quota. Milano è tappezzata di volantini con l’elenco dei ricercatori che fanno test sugli animali, mentre il quotidiano La Padania ha inaugurato una rubrica contro Cécile Kyenge, ribattezzata “ministro della negritudine”. Da dove nasce tutta questa violenza verbale? Dove ci porterà? Si può arginare?

Lella Mazzoli, direttore dell’istituto per la formazione al giornalismo di Urbino e autrice del saggio Cross-news. L’informazione dai talk show ai social media (Codice Edizioni):

Negli ultimi casi di cronaca si è verificata per la prima volta una contaminazione fortissima: tutto è partito da commenti e post su internet, poi sono intervenuti quotidiani e tv. Anche gli insulti della scorsa primavera contro il presidente della Camera Laura Boldrini erano nati online, ma la questione si era spenta in pochi giorni. Ora, invece, si è discusso dell’ondata di violenza verbale in rete per settimane. E proprio noi professionisti dell’informazione abbiamo parecchie colpe».

Flora Casalinuovo, Donna Moderna (per leggere l’articolo completo, scarica il PDF a lato).

 

cover_copertinario 06Web e social network hanno alimentato negli ultimi anni la crescita di nuovi modi di comunicare e informarsi. Quale ruolo sta giocando la televisione in questo panorama? In che misura la tv e i suoi protagonisti dialogano con queste dinamiche? I talk show, territorio di confine tra intrattenimento e informazione, sono da questo punto di vista un ottimo osservatorio.
Lella Mazzoli li ha visti da spettatrice, è stata nelle loro redazioni, ne ha intervistato i conduttori. A loro ha chiesto come percepiscono i cambiamenti nel mondo delle notizie, quali passi muovono in rete e se è vero, come sembra, che alcuni trenta-quarantenni sono ritornati davanti alla tv con il telecomando in una mano e lo smartphone nell’altra.

Interviste a Giovanni Floris, Corrado Formigli, Maria Latella, Gianluigi Paragone, Salvo Sottile, Sarah Varetto e Andrea Vianello.

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