“Qui nella Silicon Valley le persone avvertono che lo Stato è fuori dalla realtà”: sono le parole con cui, un paio d’anni fa, il miliardario Tim Draper, erede di una delle più importanti società diventure capitalism della California, lanciò una bizzarra raccolta firme per ottenere l’indipendenza della Silicon Valley dagli Stati Uniti. Non se ne fece niente, perché le 800mila firme necessarie per indire il referendum non furono raccolte (anche se comunque l’ultima parola sarebbe spettata al Congresso), ma il progetto è sintomatico di una certa idea del futuro che condividono i grandi eco-californiani, quelli di Google, Facebook, Apple, SpaceX e molti, molti altri. I numeri, del resto, sono tutti dalla loro parte. Al culmine della crisi del debito greco, nella calda estate 2015, un editorialista di Bloomberg View fece due calcoli: considerando che le cinque corporation americane più ricche e potenti del mondo, ossia Apple, Microsoft, Cisco, Pfizer e Google (solo la quarta non attiva nel mercato del digitale), possiedono complessivamente oltre 400 miliardi di dollari di utili non spesi per evitare la tassazione Usa, sarebbe bastata la metà di quel denaro per “acquistare” la Grecia, o meglio – più tecnicamente – ridurre il debito del paese dal 175% del PIL a un gestibilissimo 70%, evitando così le misure di austerity, in cambio di un regime fiscale ultra-agevolato per delocalizzare lì i loro quartier generali. Alla Apple comunque risposero di non essere interessati.
Ce ne sarebbe da raccontare, andando a scavare nei sogni più folli dei “signori del silicio”, per usare il titolo di quest’ultimo libro di Evgeny Morozov, enfant terrible degli utopisti digitali per le sue posizioni estremamente critiche esposte nei precedenti volumi L’ingenuità della rete (2011), Contro Steve Jobs (2013) e Internet non salverà il mondo (2014). In quest’ultimo saggio, Silicon Valley: i signori del silicio (VAI ALLA SCHEDA LIBRO), che per dimensioni e toni riprende più l’impostazione da pamphlet del testo dedicato a Jobs che ai due tomi più sistematici relativi al lato oscuro di Internet, ritornano alcuni concetti centrali nella critica di Morozov, letti però all’interno di una cornice molto più ampia che di fatto propone una totale decostruzione della vulgata della Silicon Valley, mostrando il cuore di tenebra del futuro che i signori del silicio stanno costruendo per noi.
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