Steinberg – L’età sconsiderata, di Arianna Di Genova, Il manifesto

Il manifesto

54 - Steinberg_134_199_Le_scienze_DEFSem­brano chiusi, impe­ne­tra­bili, por­tati natu­ral­mente allo scon­tro, sociali solo con i loro pari e ostili con gli altri. Spesso, poi, paiono apa­tici, privi di inte­ressi e lon­tani anni luce dai ricordi che ave­vamo di loro bam­bini. Eppure, nono­stante le porte (fin­ta­mente) sbar­rate, gli ado­le­scenti sono «pla­stici», nel senso che il loro cer­vello è mal­lea­bile, cam­bia e matura: abban­dona l’infanzia pro­ce­dendo per tappe. Ed è pro­prio in quei muta­menti che biso­gna scru­tare per cer­care di entrare in sin­to­nia con un mondo emo­tivo cao­tico, a volte rischioso. Senza più visioni tipiz­zate del tee­na­ger, si può pen­sare a quell’età defi­nita «ingrata» come a un momento esi­sten­ziale denso di fer­menti che l’adulto futuro dovrà cogliere, infi­lare in una qual­che dire­zione bio­gra­fica e rior­di­nare ogni giorno.

Ado­le­scenti. L’età delle oppor­tu­nità è il libro di Lau­rence Stein­berg che negli Stati Uniti ha già rag­giunto la decima edi­zione (in Ita­lia è stato pub­bli­cato da Codice, pp. 288, euro 19,90), segno che geni­tori ed edu­ca­tori, o meglio una società intera non fini­scono mai di inter­ro­garsi su alcuni com­por­ta­menti miste­riosi dei loro figli, alunni o vicini di casa. Que­sto sag­gio, che ha la dote della comu­ni­ca­zione imme­diata, anche quando tratta di neu­ro­scienze, ribalta la pro­spet­tiva dello sguardo. Se è vero che gli ado­le­scenti spesso met­tono in peri­colo se stessi e gli altri con com­por­ta­menti scon­si­de­rati, vuol dire che le «sen­ti­nelle» poste a con­trollo delle emo­zioni e della capa­cità di rea­gire a un ambiente poten­zial­mente minac­cioso non sono ancora del tutto messe a punto: il sistema lim­bico svi­luppa nel corso degli anni e dopo la pubertà è alte­rato nella sua chi­mica dagli imput ormo­nali impaz­ziti. Subi­sce come delle scosse.

Il libro di Stein­berg non vuole essere asso­lu­to­rio. Né un volano che aiuti gli ado­le­scenti che «non sanno auto­re­go­larsi» a sgan­ciarsi dalle pro­prie repon­sa­bi­lità, ma punta il dito anche sulle distor­sioni di una società come quella ame­ri­cana dove il numero di ragazzi/e con pro­blemi di appren­di­mento, infe­li­cità o ten­ta­zioni cri­mi­nali è molto alto. In sostanza, que­sto docente di psi­co­lo­gia alla Tem­ple Uni­ver­sity di Phi­la­del­phia, fra i mas­simi cono­sci­tori dell’«età di mezzo», dice che a essere con­fusa prin­ci­pal­mente è una comu­nità di adulti allo sbando. E gli «imma­turi» — quelli che lo sono per strut­tura bio­lo­gica — non pos­sono che far loro da spec­chio. Per far sì che la mag­gior parte dei gio­vani pos­sano cre­scere sani e salvi, ci sono alcuni accor­gi­menti da seguire: primo fra tutti, saper pren­dere delle deci­sioni, con auto­re­vo­lezza e fermezza.

Niente di tra­scen­den­tale, anzi piut­to­sto banale, eppure accet­tare il con­flitto con il pro­prio figlio resta per molti uno spau­rac­chio insormontabile.

Arianna Di Genova, Il manifesto

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