Le lauree e il metodo Di Bella – In risposta alle proteste

Domenica - Il Sole 24 Ore

«Nel nostro articolo pubblicato domenica scorsa, che anticipava alcune pagine di un capitolo del libro Le cellule della speranza. Il caso Stamina tra inganno e scienza (a cura di Mauro Capocci e Gilberto Corbellini, Codice Edizioni) era scritto che “Di Bella era uno sconosciuto e modesto fisiologo, senza alcuna competenza oncologica o esperienza clinica”, e che il metodo Di Bella “non era conosciuto nell’ambito della letteratura scientifica”. Ciò ha suscitato la reazione di alcuni lettori che hanno inviato una lettera di protesta, i quali hanno letto in queste frasi un intento denigratorio. Vorremmo rassicurarli tutti: con quell’espressione non intendevamo denigrare Luigi Di Bella. Né negare, e infatti non lo facciamo, il fatto che Luigi Di Bella fosse professore di fisiologia, materia che insegnava all’Università di Modena, che aveva tre lauree e aveva firmato 215 lavori su riviste scientifiche o in atti di congressi. Noi abbiamo riportato semplicemente ciò che è provato storicamente: che egli pressoché “sconosciuto e non considerato” dal mainstream della ricerca, divenne famoso per un trattamento alternativo alla normale prassi oncologica. A ciò va anche aggiunto, a ulteriore rassicurazione, che a tutti sono note le qualità umane dell’anziano professore, deceduto nel 2003, ma che ciò non toglie che il suo “metodo” non sia stato adottato dalla normale prassi medica, evidentemente ritenendo insufficienti le prove a suo supporto».

Un chiarimento di Elena Cattaneo e Gilberto Corbellini pubblicato su Domenica – Il Sole 24 Ore.

 

Capocci_corbellini_115x180_DEFQuindici anni dopo la vicenda che vide protagonista Luigi Di Bella, con il caso Stamina l’Italia si è nuovamente trovata alla mercé di falsi profeti. Questi, facendo leva sulle sofferenze dei malati e dei loro parenti, e sfruttando una diffusa e generale ignoranza, sono quasi riusciti a destabilizzare le regole più avanzate della medicina e della scienza, mettendo a rischio il funzionamento stesso del Servizio Sanitario Nazionale. In Le cellule della speranza alcuni esperti e protagonisti della battaglia civile condotta contro le manipolazioni politiche del caso Stamina hanno ricostruito l’intera vicenda, inquadrandola alla luce di quanto oggi succede all’estero, dove ricerca e sperimentazione clinica sono impegnate ad approfondire le conoscenze sulle cellule staminali.

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