«Quasi nessuno sa chi sia John Harington, eppure la sua è una di quelle storie importanti per l’umanità, o almeno per la nostra comodità quotidiana. Vissuto alla corte di Elisabetta I, Harington installò sul finire del XVI secolo la sua invenzione nella villa di campagna della regina vicino a Bath, nel Somerset. Pare che la sovrana, pur apprezzandone l’ingegnosità, non la ritenesse particolarmente importante. Il primo sciacquone moderno per il bagno, quindi, non esordì sotto i migliori auspici. Pur dotato di un sistema a vite che impediva ai cattivi odori di diffondersi nella stanza che lo ospitava, il maggior vantaggio -quello di non dover disporre degli escrementi- era comunque un obbligo che spettava alla servitù, non certo alla regina d’Inghilterra! Harington, quindi, è rimasto lungamente nel dimenticatoio della storia. Certo, la sua invenzione del water closet mancava del sifone, componente cruciale in tutti i bagni moderni, ma il suo sistema ad acqua per lo smaltimento degli escrementi domestici ha conquistato il mondo e oggi sarebbe impensabile vivere senza. Ma non fatevi ingannare dall’affascinante aneddotica di cui lo sciacquone è solo un esempio. L’ultimo libro di Vittorio Marchis, storico della tecnica e delle macchine, famoso per le sue “autopsie” di elettrodomestici, è questo, ma molto di più».
Marco Boscolo, Le Scienze (per continuare a leggere su Le Scienze, clicca QUI).
Il frigorifero brevettato da Einstein, la storia del vero inventore del telefono, la casuale scoperta dell’utilità delle microonde in cucina, la cattiva influenza delle macchine da cucire sulla moralità delle operaie dell’Ottocento, un curioso aneddoto “bellico” sullo sciacquone del bagno, e molto altro. Le cose di casa, che maneggiamo distrattamente tutti i giorni, possono in realtà raccontarci un’infinità di fatti curiosi su chi quelle cose le ha inventate e su chi le ha usate e le usa tuttora. Stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto, emerge in filigrana un variegato, caotico ma sempre vitale catalogo del mondo; una storia sociale che non serve rintracciare nei musei o nelle riviste patinate di interior design, perché la viviamo nei nostri gesti quotidiani. Una storia che è la nostra vera storia.
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