«È come il destino delle mogli, anche quelle molto amate: spesso pericolosamente date per scontate, restano al di sotto della nostra soglia di attenzione e finiscono per essere apprezzate solo implicitamente, tacitamente. Stiamo parlando degli oggetti quotidiani che popolano i nostri spazi domestici. Adesso Vittorio Marchis ci risveglia dall’inerzia con un libro dal titolo molto simile al nome di questa rubrica: Le cose di casa (Codice Edizioni). Gettando fin dalla prima pagina le premesse della sua rappresentazione: “La casa” scrive “è uno dei tanti -forse il più importante, perché intimo e personale- palcoscenici della vita; e come in ogni rappresentazione non vi sono soltanto gli attori ma anche gli oggetti di scena. È insomma il luogo dove vivono le persone ma anche dove dimorano le cose: le cose di casa”.
Il forte gusto narrativo dell’autore, che insegna Storia della tecnologia e Storia della cultura materiale al Politecnico di Torino, gusto evidentemente segnato dall’esperienza come autore e conduttore di programmi radio, è lo strumento di “creare una mitologia moderna della tecnologia domestica”. Protagonisti, quindi, non sono sedie, divani o tavoli, ma le serrature, le lampadine, i frigoriferi, i forni, le macchine da caffè, i telefoni, le lavatrici e perfino gli sciacquoni, tutti oggetti che integrano una qualche tecnologia.
Marchis mette insieme informazioni che chiunque potrebbe trovare su internet, ma arricchite dal piacere di raccontare che genera specularmente il piacere di leggere, con dettagli curiosi e rari, ricostruzioni storiche e considerazioni socio-filosofiche che giustificano la celebre frase di Le Corbusier posta a epigrafe nelle prime pagine: “La casa è una macchina per abitare”.
Scoprirete così che Einstein aveva brevettato un frigorifero e che “già nel I secolo avanti Cristo Erone di Alessandria intuì il principio del sifone e del galleggiante”, con enorme anticipo sugli sciacquoni moderni, che invece hanno come padre un nobile cortigiano di Elisabetta I; che intorno alla macchina da caffè si è scatenata negli ultimi anni una vera gara alla miniaturizzazione e all’innovazione tecnologica; o che Miele ha realizzato una lavatrice che può essere messa in funzione da un cane addestrato. Libro perfetto come livre de chevet, certo non perché soporifero, ma perché adatto a ispirare sonni piacevoli e, magari, creativi».
Aurelio Magistà, il Venerdì (per leggere la versione originale dell’articolo sul Venerdì, clicca QUI).
Il frigorifero brevettato da Einstein, la storia del vero inventore del telefono, la casuale scoperta dell’utilità delle microonde in cucina, la cattiva influenza delle macchine da cucire sulla moralità delle operaie dell’Ottocento, un curioso aneddoto “bellico” sullo sciacquone del bagno, e molto altro. Le cose di casa, che maneggiamo distrattamente tutti i giorni, possono in realtà raccontarci un’infinità di fatti curiosi su chi quelle cose le ha inventate e su chi le ha usate e le usa tuttora. Stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto, emerge in filigrana un variegato, caotico ma sempre vitale catalogo del mondo; una storia sociale che non serve rintracciare nei musei o nelle riviste patinate di interior design, perché la viviamo nei nostri gesti quotidiani. Una storia che è la nostra vera storia.
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