Il frigorifero ecologico di Einstein – Armando Massarenti su Vittorio Marchis

Domenica - Il Sole 24 Ore

«Una casa è una macchina da abitare. Così diceva, con naturalezza, Le Corbusier. Peccato, però, che il gentilissimo monsieur Hulot, protagonista del film Mon oncle di Jacques Tati (1958), non fosse in grado di guidare questa macchina: in un’esilarante scena lo vediamo mentre, prigioniero della cucina “iper-moderna” della sorella, ingaggia una lotta contro armadietti automatici e imbizzarrite diavolerie elettrodomestiche. A rivederli, oggi, quegli oggetti suscitano grande nostalgia. La suscitano in noi che viviamo in un mondo nel quale l’efficientissima tecnologia domestica se ne resta “nascosta” dentro involucri estetici caratterizzati da un minimalismo estremo e quasi esasperante. È arrivato il momento di fermare il tempo e concentrare la memoria su quegli oggetti che nell’ultimo secolo e mezzo hanno via via popolato, in modo discreto, le nostre case fino a rendersi indispensabili. Sono Le cose di casa, come recita il titolo dell’originale volume di Vittorio Marchis, edito da Codice, che, in un’impeccabile veste esteticamente retrò (Undesign Studio), celebra una mitologia degli oggetti tanto divertente quanto commovente. Questo libro, dal design accattivante, che raccoglie aneddoti curiosi, spiritose citazioni letterarie, immagini rare di oggetti caduti nel dimenticatoio collettivo dell’odierna tribù globale, ci riconduce anche all’origine tecnica di molte di queste cose familiari, rivelandocene il volto scientificamente rivoluzionario».

Armando Massarenti, Domenica – Il Sole 24 Ore (per continuare a leggere sulla Domenica, clicca QUI).

 

 

marchisIl frigorifero brevettato da Einstein, la storia del vero inventore del telefono, la casuale scoperta dell’utilità delle microonde in cucina, la cattiva influenza delle macchine da cucire sulla moralità delle operaie dell’Ottocento, un curioso aneddoto “bellico” sullo sciacquone del bagno, e molto altro. Le cose di casa, che maneggiamo distrattamente tutti i giorni, possono in realtà raccontarci un’infinità di fatti curiosi su chi quelle cose le ha inventate e su chi le ha usate e le usa tuttora. Stanza dopo stanza, oggetto dopo oggetto, emerge in filigrana un variegato, caotico ma sempre vitale catalogo del mondo; una storia sociale che non serve rintracciare nei musei o nelle riviste patinate di interior design, perché la viviamo nei nostri gesti quotidiani. Una storia che è la nostra vera storia.

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