«Si stava meglio quando si stava peggio? Sarà solo un luogo comune, ma in effetti il futuro oggi appare cupo più che mai, nonostante i progressi raggiunti dalla società. Complice la crisi economica, i cambiamenti climatici, l’ insicurezza che rende precario non solo il lavoro. E, proprio come in passato, quando carestie ed epidemie di peste, o guerra fredda e crisi petrolifera sembravano mettere in ginocchio l’umanità, si ha la sensazione che la situazione possa solo peggiorare. “Eppure da 10mila anni a oggi, e in particolare negli ultimi due secoli, il nostro benessere è aumentato a ritmo crescente. Reddito pro capite, aspettativa media di vita, disponibilità di beni e risorse: il trend a livello globale è innegabilmente positivo, ed è la prova che la storia spinge sempre in una direzione”. Ne è convinto Matt Ridley, noto divulgatore scientifico (è stato anche presidente non esecutivo della Northern Rock, una delle molte banche che si sono trovate a corto di liquidità durante il tracollo del sistema bancario mondiale), che ieri sera al Palazzo Ducale di Genova ha spiegato perché il futuro sarà ricco e prospero.
In fondo, ha spiegato Ridley al pubblico del Festival della Scienza, non esistono “ricette per un futuro migliore”, bisogna continuare a fare ciò che l’umanità ha sempre fatto per arrivare dov’è: scambiare idee, creare, innovare, migliorare. Con ottimismo.
Un ottimista razionale è proprio il titolo del suo ultimo saggio pubblicato in Italia da Codice edizioni, in cui Ridley smonta il pessimismo dilagante dei nostri tempi. Quell’ apocalittismo, quel catastrofismo che, a suo avviso, da sempre accompagna la storia dell’umanità ponendola di fronte a sempre nuovi punti di non ritorno. Previsioni però sbagliate, visto che siamo ancora qui, più in salute, più intelligenti, più liberi che in passato, come ha anche scritto sulle pagine del Corriere Mercantile.
“L’umanità – ci ha ribadito – ha sviluppato una straordinaria capacità di risolvere i suoi problemi, anche se negli ultimi 200 anni la scena e i dibattiti pubblici sono stati dominati dai pessimisti. E anche se le difficoltà del passato non azzerano quelle del presente, forniscono un motivo di ottimismo”. Un ottimismo, il suo, non alimentato dalla convinzione che il mondo sia perfetto, ma che possa sempre migliorare.
Il miglioramento costante della qualità della vita, a suo avviso, non è riconducibile alle dimensioni del nostro cervello, né al linguaggio, né alla tecnologia. O per lo meno non solo a questo. Quanto più alla capacità umana di creare un’ intelligenza collettiva che ha permesso alle idee di circolare, riprodursi, crearne delle nuove, perché gli scambi sono alla base dell’evoluzione culturale di Homo Sapiens. “ La contaminazione delle idee è senza dubbio un cliché, ma è un cliché involontariamente molto fecondo”. Il libero scambio, di beni e idee, sono dunque secondo Ridley alla base del benessere di cui oggi godiamo come persone e come paesi».
Simona Regina, Wired (per continuare a leggere, clicca QUI).
Nel bel mezzo della peggior crisi economica di sempre, Matt Ridley ci spiazza con un libro che non solo prevede, ma addirittura assicura un futuro di ricchezza e prosperità. Da diecimila anni a oggi, e in particolar modo negli ultimi due secoli, il benessere dell’uomo è aumentato a ritmo crescente. Reddito pro-capite, aspettativa media di vita, disponibilità di beni e risorse; in un mondo certo non perfetto ma migliore di quanto pensiamo, il trend a livello globale è innegabilmente positivo, ed è la prova che la Storia spinge sempre in una direzione. Proprio per questo, spiega l’ottimista razionale Ridley, non esistono ricette per un futuro migliore. L’invito che ci viene rivolto è di continuare a fare ciò che l’umanità ha sempre fatto per arrivare dov’è: scambiare idee, creare, innovare, migliorare.