Intervista – Pier Luigi Celli: “Metto a nudo
i vizi del management italiano”

Pier_Luigi_Celli“Ci sono fasi nella vita in cui trovare il tempo di riflettere su cosa si è fatto, e le questioni restate in sospeso, aiuta a mettere ordine nei pensieri e a fare pace coi sentimenti”. Di Pier Luigi Celli – imprenditore di lungo corso, direttore generale dell’Università Luiss Guido Carli di Roma e della Rai, membro dei consigli di amministrazione di Illy e Unipol – è già stato scritto e detto molto. Nel suo ultimo saggio edito da Codice Edizioni ha scelto però di raccontare la “sua” versione dei fatti: chi sono quei “Capitani senza gloria” che oggi guidano le imprese e le istituzioni del nostro Paese?

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Perché ha deciso di mettere a nudo il management italiano attraverso questo libro? 
Tirare le somme di quello che si è capito aiuta anche a scegliere cosa continuare a fare senza l’incubo dei risultati a tutti i costi. Il messaggio, se c’è, bisogna cercarlo nelle pieghe del distacco che si riesce a prendere dalle cose e dalla sopravvalutazione di uomini e donne che fanno dell’ingombro una ragione mediocre di sopravvivenza.

Parliamo di vizi e virtù: quali sono quelli che considera in assoluto il peggiore e la migliore?
Il vizio peggiore è il disprezzo con cui vengono trattati tutti quelli di cui non si ha bisogno. Assumono connotazioni diverse: arroganza, disinteresse, miopia, etc…. La virtù più ricercata – e così spesso non trovata – è la generosità, che regala attenzione, cura, tempo e… buon umore.

Un episodio che in positivo – o in negativo – ha segnato con più forza la sua carriera professionale?
In positivo l’aver incontrato alcuni Maestri veri che mi hanno dato tempo e modo di sbagliare senza avere la presunzione di considerarmi perso o inadatto. In negativo, il giorno in cui mi hanno tolto un incarico senza neppure avere il coraggio di dirmelo direttamente. Io sono stato fortunato di aver avuto una sola esperienza di questo tipo. In genere, in azienda, è un comportamento molto frequente.

Quale consiglio darebbe ai più giovani, spesso sfiduciati dall’ambiente lavorativo con cui entrano in contatto?
Testa alta, voce chiara e nessun timore di essere se stessi, con le proprie competenze, le proprie aspirazioni, le idee da esprimere e la cortesia nel proporle.

61 - Morozov_115x180_DEFIn “Capitani senza gloria” mette sotto analisi l’impresa italiana ma anche i dirigenti privati e pubblici dai nomi altisonanti che hanno fatto la storia degli ultimi venti anni del nostro Paese: perché ha deciso di uscire allo scoperto proprio così e proprio ora?
Credo che abbia senso dire quando il “re è nudo”. Visti gli orpelli, i distinguo, la cattiva fede e la grande dose di ipocrisia che circondano questi temi e tanti nomi altisonanti. Se si misurassero i danni procurati da molti “capitani coraggiosi” al sistema Italia (per altro con rendite personali garantite) ci sarebbero ben altri ragioni per indignarsi.

Come giudica gli scandali che sempre più frequentemente investono la classe dirigenziale italiana?
Si è perso un senso elementare di vergogna che aiuterebbe ad avere repulsione per certi comportamenti e precauzione nel maneggiare relazioni e affidamenti. Quando l’unico obiettivo è la carriera, l’interesse e la visibilità, vengono a mancare barriere morali, buon senso e anche senso del ridicolo. Per questo, in mancanza di vere alternative, vale la pena di coltivare una dose abbondante di sorriso, per non cedere sempre alla disperazione.

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