«Questo libro nasce da un dubbio: il sospetto di un’assenza, di una cancellazione o anche solo di un’omissione». Comincia così Eva nera di Franco Prattico, con la denuncia velata che nella complessa ricostruzione dell’evoluzione umana sia stata trascurata la protagonista degli eventi che hanno strappato il genere umano all’«animalità, per spingerci sul faticoso e rischioso cammino della civiltà»: la Donna, la femmina della specie. Eva, perché è la Madre Prima, la madre comune; nera, perché è in Africa che si svolge il primo capitolo della Storia dell’Uomo. Ma se fosse in realtà una Storia della Donna, si chiede Prattico? Il panorama offerto al lettore è una vera e propria storia, un racconto dove la scienza si sovrappone al mito, e gli studi di genetica, paleoantropologia e sociologia vengono filtrati attraverso la lente del cronista curioso. Un gruppo di Homo sapiens vive profonde mutazioni biologiche – la posizione eretta, un anomalo sviluppo dei tessuti corticali e degli organi fonetici – e di conseguenza sociali: un approccio diverso alla pulsione sessuale, l’istinto e l’emergenza del linguaggio, della comunicazione e di una embrionale struttura sociale e familiare. Alla radice di questo cambiamento, motore del distacco dal sentiero ancora oggi battuto dai nostri cugini primati, c’è la femmina di Homo sapiens, creatrice e protettrice di vita. Il divulgatore lascia quindi spazio all’io narrante, che in un periodo storico non meglio precisato, in un luogo non meglio identificato dell’Africa centrale, si fa accompagnare da un bambino in una capanna dove c’è lei, Eva nera. E si fa raccontare la sua storia…