– Nuove uscite –
Saggistica: La resilienza del panda di Cyrille Barrette
Dal 10 settembre in libreria e in e-book La resilienza del panda di Cyrille Barrette.
È la Sicilia più profonda e aspra, con le sue contraddizioni e i suoi segreti, a fare da sfondo a “Conosco l’amore meglio di voi” (vai alla scheda del libro), l’ultimo romanzo di Andrea D’Agostino, ambientato tra le colline dell’entroterra ennese dove Vincenzo, 12 anni, incontrerà la banalità del male e imparerà che le conseguenze dell’amore possono essere senza ritorno.
Com’è nata l’idea di questo libro?
Nel 2005, mentre ero in Erasmus a Madrid, un giorno mi sono imbattuto su un articolo pubblicato sul El Pais, che raccontava alcuni retroscena dello scandalo sui preti pedofili a Boston, in particolare la storia di un giornalista della Cnn che aveva ammesso di aver subito abusi da piccolo. Così ho iniziato a documentarmi, sui libri e giornali che trovavo in biblioteca, su internet, attraverso i film, per capire cosa portava a queste situazioni. Ho fatto un lungo studio di ricostruzione, interviste a esperti, psicologi e vittime. Finché qualche anno fa, un altro fatto di cronaca ha colpito la mia attenzione: la sparizione di un ragazzino a Barrafranca, in provincia di Enna, trovato poi morto in un fosso, ucciso da un gruppo di ventenni con tendenze pedofile per essersi ribellato alle violenze. I suoi aguzzini erano stati arrestati grazie alla testimonianza di un amico della vittima, l’unico che gli aveva creduto. Tutto il paese, invece, si era schierato con il branco. E anche Vincenzo, il protagonista del mio romanzo, si trova intrappolato nella stessa, assurda condizione: denuncia il prete che lo molesta, ma non viene preso in considerazione da nessuno.
A partire proprio dalla sua famiglia.
Quella di Vincenzo è una famiglia “esplosa”, che arriva quasi a spingerlo nelle braccia del suo carnefice. C’è una madre, abbandonata dal marito, che non sa come gestire i propri figli, convinta che la soluzione migliore sia affidarsi a quel prete disposto ad aiutarla. Spesso i casi di pedofilia nascono proprio nelle situazioni più complicate, perché questi ragazzini abbandonati a loro stessi sono le prede più facili. Il protagonista ha una vitalità difficile da gestire, non ha punti di riferimento, la sua normalità familiare è totalmente distorta.
“Conosco l’amore meglio di voi” è stata per te anche l’occasione di riscoprire la tua terra d’origine?
Con la Sicilia ho sempre avuto un rapporto di amore-odio. Ogni volta che torno a Enna, dove ho vissuto fino a 16 anni, mi prende una grande nostalgia e quasi uno stupore per tutto quello che ho lasciato lì, ma dopo pochi giorni sento di nuovo l’impulso a partire di nuovo. Mi manca e forse non è un caso che io continui a tornare, ancora e ancora, anche attraverso la scrittura: come se fosse una sorta di paradiso perduto, uno luogo magico che al tempo stesso mi sta in un certo senso stretto. Crescere al Nord, lontano da un certo ambiente siciliano, mi ha cambiato profondamente. E queste sensazioni alla fine emergono anche nel romanzo: non è un caso se poi l’unica persona che ascolta e crede a Vincenzo sia lo zio che vive in Alsazia. Come scrive Tomasi di Lampedusa nel “Gattopardo”, “non nego che alcuni Siciliani trasportati fuori dell’isola possano riuscire a smagarsi: bisogna però farli partire quando sono molto, molto giovani: a vent’anni è già tardi; la crosta è già fatta, dopo: rimarranno convinti che il loro è un paese come tutti gli altri, scelleratamente calunniato; che la normalità civilizzata è qui, la stramberia fuori”.
C’è salvezza per Vincenzo e tutte le altre vittime come lui?
Chi ha dovuto attraversare la stessa, dolorosa esperienza, si porta dietro cicatrici insanabili con cui bisogna imparare a convivere, e sopravvivere. Vincenzo arriva a grattare oltre il fondo, ma è proprio in quel momento che la vita ricomincia.