Gli psichiatri sono i primi ad avere bisogno d’aiuto – Philippa Perry in pillole (di saggezza)

«Il correttore automatico è un’invenzione meravigliosa. Sono dislessica, quindi probabilmente non avrei dovuto fare pratica come segretaria. Mi ci è voluto un po’ per capire perché non riuscivo a tenermi un lavoro: quello che scrivevo era pieno di errori di ortografia».

«Quando ho iniziato a studiare per diventare psicoterapeuta pensavo di voler aiutare gli altri, di farlo per altruismo. Ma quello che volevo davvero era esplorare i sentimenti umani. Arrivavo da un ambiente snob, con la puzza sotto il naso, dove i sentimenti erano taciuti: io volevo liberarli».

«Lavorare da McDonald’s è stato splendido. Lavoravo in quello di Oxford Circus, a Londra. È stato come prendersi un anno sabbatico per viaggiare, ma senza lasciare il paese. Quello che stavo facendo era un viaggio di classe. Crescendo non avevo incontrato molte persone che venissero da ambienti differenti, quindi mi sembrava tutto molto interessante. Mi piaceva persino il cibo. Specialmente i cetriolini».

«Gli psichiatri aiutano gli altri fondamentalmente perché sono i primi ad avere bisogno d’aiuto. Non lavoreresti in quel campo, se non nutrissi un’enorme curiosità verso la mente e il suo funzionamento».

«La rivoluzione sessuale ha portato più domande che risposte. Ed è anche per questo che, prima di internet, ci rivolgevamo alla posta delle riviste: avevamo molto sesso da fare, ma ci capivamo molto poco. Servivano i consigli di qualche anima gentile e fidata. Poi è arrivato Google, e adesso siamo sommersi da informazioni, ogni cosa che ci serva sapere sui nostri genitali è a portata di clic».

«I corsi serali a volte possono farti trovare marito. Io ho incontrato Grayson a un corso di scrittura creativa. Ha catturato la mia attenzione».

 

Queste citazioni arrivano da un profile di Philippa Perry uscito sull’Independent. Potete leggere l’articolo completo QUI.

 

Qui in una foto in cui è insieme al marito. (Ah: il marito è quella a sinistra).

Grayson Perry and Philippa Perry

 

 

Philippa Perry, psicoterapeuta, ha una rubrica sul Guardian (ne avevamo parlato QUI). Con noi ha pubblicato, insieme all’illustratrice Junko Graat, la graphic novel La coscienza di James. Diario di una psicoterapia.

perry_graatLui è James Clarkson Smith, avvocato ambizioso alle prese con un’abitudine potenzialmente rovinosa. Lei è Patricia Phillips, la sua psicoterapeuta: ama i gatti e indossa solo scarpe comode. La coscienza di James è il diario di molti mesi di sedute terapeutiche, tra ansie, frustrazioni, divagazioni e scoperte; una graphic novel magistralmente illustrata e narrata attraverso battute illuminanti e argute, capace di regalare al lettore una bellissima storia ma anche un’acuta analisi del percorso terapeutico, mettendo in luce le capacità tecniche e intuitive che entrano in gioco.

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